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giovedì 2 marzo 2017

Mille miglia per watt e la propagazione in 40m

"Mille miglia per watt" e la propagazione in 40m

Dopo 6 mesi di attività con l'EGV-40 in 40m, in cui i collegamenti non hanno mai superato i 3.000 km, finalmente ho trovato la giusta propagazione, ed in tre giorni sono riuscito, con estrema facilità a fare una decina di collegamenti con il Nord America ed i Caraibi, tutti compresi tra i 6.400 km e gli 8.750 km.
Sicuramente le stazioni collegate erano tutte ben attrezzate e con antenne notevoli, ma le mie condizioni erano comunque:

RIG: EGV-40, 3 watt 
MODE: CW
Antenna: "short dipole on a tree" da circa 12,5 m, a 3-5 metri dal suolo

Le condizioni di propagazione (nel cuore della notte) sono approssimativamente, per la banda dei 7 MHz, quelle di figura, con skip quindi da possibilità di collegamenti da 6.000 km ed oltre, quindi propagazione lunga:



In queste condizioni ho risposto il 12/2 a KP2M, dalle Isole Vergini U.S.A.; con incredulità mi ha risposto quasi subito (22.54 GMT); 7508 km mi sembrava incredibile, avendo l'antenna caricata e molto bassa.

Ancora incredulo durante il contest ARRL del 19/2 mi sono ripromesso di riprovare, e sempre con estrema facilità sono passato quasi sempre al primo colpo; in 29 minuti sono riuscito a collegare 8 stazioni dagli USA: W3, NR4, KQ2, N5, N1, K3, KD2. Incredibile ! Quante volte non sono riuscito di giorno a collegare, ad esempio una stazione YU o F, e qui sono passato subito. Dipende proprio molto dalla propagazione, dal rumore, e dalla fortuna!

Per finire il 27/2 alle 00.10 ecco W3PV, anche qui con estrema facilità.

Questo mi fa considerare il QRP come "non dare per scontato", "provare e riprovare"; pensavo di avere raggiunto un limite di distanza con le mie condizioni ma sono riuscito a superarlo. Ci sono ancora prove e test da fare per migliorare; altrimenti non sarebbe sufficiente un telefono?

Facendo delle simulazioni con il modello VOACAP sulla banda dei 40 m  e verso le ore 00.00 della notte (ed esagerando la mia potenza a 5W, e supponendo che il corrispondente avesse una Yagi 5 el. a 20m di altezza) avrei avuto questa probabilità di effettuare il collegamento con Dallas: 10% !


Vuol dire che i modelli sono modelli, e la pratica del QRP, con le sue sorprese, porta al divertimento (alla voglia di migliorare la tecnica del CW e di migliorare le caratteristiche della stazione, nonchè di ricercare scientificamente i migliori momenti di propagazione).

Se avessi avuto 100 watt di potenza e dipolo a 10 m di altezza avrei avuto queste probabilità di effettuare il collegamento: 60%; direi fin troppe !!! Collegamento troppo scontato !!!


73 de IZ3AYQ


mercoledì 27 gennaio 2016

STRUMENTI PER LA CONOSCENZA E PREVISIONE DELLA PROPAGAZIONE IONOSFERICA E TROPOSFERICA


Talvolta vorremmo capire l’andamento della propagazione, per le prossime ore o per il fine settimana. Per capire la propagazione possiamo certo metterci all’ascolto nelle bande di interesse ed ascoltare le stazioni radio ed i beacon; possiamo leggere i dati dei web cluster, possiamo anche vedere  sperimentalmente tramite reverse beacon network fin dove arriviamo.

Un esempio è il seguente al link:   http://www.reversebeacon.net/main.php
Si vede la copertura del mio QRP con 2 watt e dipolo caricato in vari orari: pur avendo fatto pochi minuti di chiamata, non mi aveva risposto nessuno, ma potevo avere lo stesso una verifica del mio segnale.




Ci sono però anche delle risorse interessanti che  possono essere utilizzate sia per le HF relativamente alla propagazione ionosferica ed alle VHF-UHF relativamente alla propagazione troposferica.
La propagazione ionosferica può essere predetta mediante modelli che si basano su misure di grandezze fisiche relative alle radiazioni solari ed alla ionizzazione mediante sonde.
 Su  http://spaceweather.com/  trovate bellissime immagini ed interessanti informazioni sulla attività solare.

Relativamente alle risorse per vedere e prevedere la propagazione IONOSFERICA si può accedere ai seguenti  link:

[1] Prolab-Pro 


La mappa in tempo (aggiornata ogni 5 minuti) mostra le zone di MUF per tratte (path) di 3000 chilometri; bisogna in pratica disegnare un percorso di 3000 chilometri tra noi e la destinazione; sarà un segmento; bisogna quindi leggere la MUF (massima frequenza utilizzabile, in MHz) nel  punto medio del segmento; nel caso di percorsi di 4000 chilometri si fa lo stesso procedimento, ma si  ricalcola la MUF moltiplicandola per 1.1 (cioè per un percorso più lungo, con angolo più basso, la MUF diventa un poco più alta). Per percorsi più lunghi  si farà lo stesso ragionamento combinando tratte di 3000 o 4000 chilometri, poiché i percorsi più lunghi sono combinazioni di salti multipli.
La mappa mostra anche le zone interessate dall’aurora, in colore verde; se un’onda elettromagnetica attraversa questa zona nel percorso, sarà soggetta maggiormente a fading ed ad assorbimento.
In colore grigio sono mostrate le zone di penombra o “greyline”: i segnali che viaggiano all’interno di tale zona risentono di un miglioramento della propagazione, in quanto, mentre lo strato F rimante ionizzato, lo strato D, che attenua, si deionizza.
Talora, in occasione di eruzioni solari, compare una area circondata da una linea rossa nella mappa; tale linea circonda una zona che assorbe i segnali che la attraversano; la frequenza associata all’area rappresenta la più alta frequenza che può essere attenuata dal flusso di raggi X emessi dal sole; bisogna quindi utilizzare frequenze più alte.
Usando queste mappe per alcuni giorni ho capito il perché di aperture sulle bande alte in autunno verso gli Stati Uniti e poi ero in grado di prevedere lo stesso fenomeno nei giorni seguenti.

[2]  VOACAP on line: è uno strumento inizialmente sviluppato per la Radio Voice of America, ed ora libero per previsioni professionali della propagazione.


Seguendo le form previste, si inseriscono i dati relative alla stazione trasmittente ed alla stazione ricevente (latitudine, longitudine, potenza usata dal TX, antenna usata in TX ed RX) e si ottiene un disegno che rappresenta, in funzione delle ore UTC e della banda HF, la probabilità di buona riuscita del collegamento.
Sulla mappa di Google, i siti del TX ed RX si possono spostare anche a mano. Bello ed utile strumento.


Relativamente alla propagazione TROPOSFERICA, dovuta alla rifrazione nello strato di atmosfera più prossimo alla superficie terrestre (alto ai poli circa 6 km, ed all’equatore circa 16-20 km), una interessante risorsa è la seguente:

[1] F5LEN:

Il sito, in questa pagina, mostra informazioni sull’indice rifrattivo di varie zone, una ad esempio è l’Europa; su mappe a colori individua zone di propagazione troposferica per le VHF ed anche per le UHF.  In caso di fortissima propagazione,  segnala la presenza di “duct” o condotto, in colore rosso. Colori diversi da arancione, a giallo  e verde indicano propagazione minore “molto forte”, forte” e  “buona”.

Un sito analogo è quello di dxcenter.com:

[2] DXINFOCENTRE.COM 


con informazioni analoghe.

73 de IZ3AYQ Fabio